Verge

Come è ormai noto, uno dei problemi che intendono affrontare i vari progetti relativi alle criptovalute è quello della privacy. Chi effettua transazioni sulla rete, molto spesso vorrebbe che le sue operazioni fossero garantite dall’anonimato, anche se in effetti l’operazione condotta è del tutto legale. Si tratta di un aspetto sempre più importante della vita di tutti i giorni affrontata anche dalla rete mediante sistemi in grado di andare incontro ad un desiderio del tutto legittimo.
La questione, però, va a intrecciarsi con le denunce fatte da più parti, in particolare da Davide Serra, il fondatore di Algebris, secondo il quale le criptovalute non sarebbero altro che una sorta di lavanderia di capitali sporchi.
Come si può facilmente comprendere, quindi, gli aspetti in gioco sono molto importanti ed esigono risposte chiare e nette. Una delle monete che può mettere insieme due temi che sembrano divergere, la voglia di anonimato e la necessità di poter tracciare comunque le operazioni, è Verge. Andiamo a vedere quindi di cosa si tratti. 

Cos’è Verge coin

Verge è una moneta digitale decentralizzata, ovvero basata su piattaforme open-source indipendenti, nata con lo scopo di servire soprattutto gli utenti che necessitano della massima riservatezza e di operazioni rapide. Per farlo Verge ha dato luogo ad un deciso miglioramento dell’originale Blockchain Bitcoin, grazie all’utilizzazione di sistemi di verifica del pagamento in grado di fornire conferme entro un arco temporale di 5 secondi.
Va anche sottolineato come Verge possa contare su un team di sviluppatori tra i più capaci nel mercato delle crittovalute, i quali lavorano in costante contatto con la community di utilizzatori e compratori, una modalità che permette di risolvere con rapidità ed efficienza le eventuali problematiche tecniche in tempi relativamente brevi. Ad assicurare il contatto tra gli esperti e i possessori della moneta virtuale, è in particolare la famosa applicazione di instant messaging Telegram, oltre ai gruppi VERGEITALIA e VERGExvg.
Altro aspetto che contribuisce in maniera decisiva all’originalità di XVG, altro nome con cui è nota la moneta, è il fatto che il protocollo per la trasmissione e la ricezione della cryptomoneta, si snoda attraverso reti TOR e i2p ( invisibile internet protocol ). E’ poi un particolare sistema di multi-algoritmo per il data mining, a permettere in un secondo tempo l’aumento della sicurezza, mettendo a disposizione una distribuzione POW (Proof of Work) ad ogni miner che operi sulla rete.
Proprio mediante Tor e I2P tutto il traffico viene crittografato in modo tale da rendere impossibile l’accesso a un determinato indirizzo IP e ai dati di un utente. La differenza tra TOR e i2p ed una rete VPN consiste nel fatto che sebbene  la seconda provveda a crittografare tutto il traffico, è comunque richiesta la fiducia al provider VPN, il quale potrebbe essere in grado di leggere e catalogare il traffico. Una differenza che rende Verge un caso a parte, se si pensa che solo Monero in questo momento è impegnato nello sviluppo  di un sistema in grado di permettere il traffico tra wallet mascherando l’IP .
Va poi sottolineato come il numero delle monete in circolazione sia stato fissato a 16,5 miliardi, di cui già 9 sono state nel frattempo rilasciate, la maggior parte nel 2014, quando è stato varato il progetto. La quantità restante dovrebbe essere rilasciato al ritmo di un miliardo all’anno. Il motivo che ha spinto a produrre un così alto numero di monete sta nel fatto che si voleva evitare che una ristretta cerchia di persone, possessori di Verge, potesse dare vita ad atti in grado di comprometterne la stabilità monetaria. E’ quindi evidente l’intento di ridurre la fluttuazione, facendo in modo che il prezzo di Verge sia determinato anche dalla quantità delle transazioni effettive , tra compratori e venditori .

Il protocollo Wraith di Verge

La maggiore prerogativa della blockchain è di poter disporre di un registro, il quale può essere pubblico o privato. In pratica, se è pubblico come accade nel caso di Bitcoin tutto avviene alla luce del sole e può essere visionato da chiunque, mentre nel secondo caso soltanto gli addetti ai lavori possono vederne il contenuto.
Va sottolineato come le due possibilità fossero vicendevolmente esclusive rendendo impossibile una loro coesistenza sulla stessa blockchain. A risolvere il problema è stato il Wraith protocol, che consente all’utilizzatore di scegliere il proprio livello di trasparenza e privacy sulla blockchain, permettendogli quindi di poter passare da un registro pubblico a privato e viceversa sulla blockchain Verge.
Quando il protocollo Wraith è ON non è possibile visualizzare le transazioni sull’explorer della blockchain Verge, mentre ove si renda necessaria la trasparenza, allora può essere disattivato diventando visualizzabile da chiunque sia interessato, come avviene nel caso delle blockchain tradizionali.
Occorre poi mettere nella giusta evidenza la sua integrazione con la rete TOR, grazie alla quale è sempre possibile avere una navigazione anonima.
Proprio la combinazione tra il protocollo Wraith e la rete Tor rende questa cryptocurrency l’unica in grado di rivelarsi, almeno al momento, effettivamente non tracciabile.

Il rally di Verge

Proprio l’anonimato garantito dal sistema approntato sembra essere l’atout più forte di Verge, che su questo tema ha peraltro incassato un appoggio estremamente importante, quello di John Mcafee, considerato alla stregua di un guru nell’ambito della programmazione, che non ha esitato ad indicarla come la moneta digitale del futuro. Dopo la sua dichiarazione Verge è stata protagonista di un entusiasmante rally, tale da aumentarne il valore dell’800%.
Altro fattore che potrebbe risultare determinante è poi la presenza di un team di sviluppo che mostra grande determinazione e creatività e che sembra di conseguenza in grado di consentire a Verge una navigazione non troppo agitata in un mare ancora molto contrastato come quello delle criptovalute.

Va però ricordato come Verge sia afflitta da un eccesso di volatilità che potrebbe a gioco lungo comprometterne la crescita. Un dato di fatto reso evidente da quanto accaduto nel giorno di Natale, quando un tweet di 6BillionPeople, un esperto del settore seguito da oltre 4 milioni e mezzo di follower, nel quale si invitava a vendere Verge a causa di dissapori nel team di sviluppo della criptovaluta, ha provocato il tracollo della sua quotazione. In seguito 6BillionPeople ha precisato di non aver mai consigliato la vendita di Verge e che il suo account era stato violato da un attacco informatico, ma intanto la frittata era stata fatta, con una serie di vendite a catena che hanno spinto in basso la moneta digitale.
Al contempo va però sottolineato che proprio la volatilità è uno degli aspetti preferiti dai trader che puntano sull’aspetto puramente speculativo e potrebbe quindi alla fine rivelarsi un vantaggio per una ulteriore crescita di Verge.

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