raiblocks

Il comparto delle criptovalute continua a mostrare estrema vitalità, ma anche una volatilità che fa paura a molti possibili investitori, spingendoli  girare alla larga. A provocare le fibrillazioni che sono ormai consuete in questo tipo di mercato, sono in particolare le notizie che vorrebbero molti governi pronti a erigere un vero e proprio muro al fine di stroncare o, perlomeno, limitare il fenomeno. A partire da quello francese, con il ministro delle Finanze Bruno Le Marie intento a conferire l’incarico all’ex vice-governatore della Banca centrale di Francia Jean-Pierre Landau di redigere delle regole al fine di vigilare sullo sviluppo delle valute virtuali. A spingere il governo transalpino a dare vita ad una mossa di questo genere è soprattutto la constatazione che Bitcoin e le Altcoin comporterebbero elevati rischi di speculazione e possibile manipolazione finanziaria. Insomma, il tentativo di screditare le criptovalute sembra proseguire in maniera incessante e sortire alcuni risultati non da poco, sotto forma di oscillazioni sul mercato che potrebbero infine dissuadere gli investitori.


Intanto, però, il numero delle divise digitali continua a crescere. Tra le tante proposte in tema di criptovalute, va anche ricordata Raiblocks, arrivata nel marzo del 2017 e basata sulla nuova tecnologia block-lattice, nella quale ogni account utilizza la propria blockchain, con il notevole vantaggio di non sovraccaricare la rete e dare esecuzione quasi istantanea alle transazioni. A Raiblocks è in pratica affidato il compito di tenere lo storico relativo al saldo di ogni conto e non delle varie transazioni che lo compongono, di modo che il registro possa godere di dimensioni estremamente ridotte e non abbia problemi di sicurezza.
Altra caratteristica di pregio del sistema è la totale assenza di commissioni, tale da farne uno tra i mezzi di pagamento virtuali più efficaci in assoluto, soprattutto ove paragonato alle strozzature che affliggono il Bitcoin, ovvero l’onerosità e la lentezza delle transazioni, la limitata scalabilità e livelli eccessivi di consumo per il mining.
Dopo aver navigato con una certa difficoltà nel corso dei primi mesi, Raiblocks è improvvisamente cresciuta alla fine del 2017, sulla falsariga di altre criptovalute individuate dagli utenti e dagli investitori come possibili alternative al Bitcoin, tanto da raggiungere un ragguardevole 17° posto nella graduatoria di Coinmarketcap e una capitalizzazione di quasi 5 miliardi. Andiamo dunque a vederla più da vicino per cercare di capirne meglio funzionamento e prospettive.

Come funziona Raiblocks

Il paper originario di RaiBlocks e la sua prima implementazione beta sono stati pubblicati nel dicembre del 2014, rendendola una delle prime cryptovalute basate sul DAG (Directed Acyclic Graph). XRB, questo il simbolo della nuova moneta digitale, si basa sull’algoritmo di consenso Delegated Proof-of-Stake e non il classico Proof-of-Work, funzionando in maniera ottimale. Si tratta perciò di una criptomoneta a bassa latenza e senza commissioni, in cui ogni account ha una propria blockchain andando per questa via a garantire transazioni quasi istantanee. La struttura utilizzata, la nuova block-lattice, simile al Tangle di IOTA, permette ad ogni account di contenere il saldo del proprio conto Raiblocks, potendo essere modificato esclusivamente dal suo proprietario. I blocchi vengono aggiunti soltanto dal proprietario dell’account e ogni trasferimento di fondi è imperniato su due transazioni: quella di invio, che provvede a  dedurre la cifra dal saldo del mittente e una di ricezione, grazie alla quale l’importo viene aggiunto al saldo del ricevente. L’assenza di commissioni è il risultato della grande leggerezza del protocollo e del fatto che consuma pochissima energia.
Va poi sottolineato come Raiblocks non si possa minare, in quanto i circa 133mila token del progetto originario sono già stati emessi. Un dato che si traduce in un ulteriore vantaggio, perché proprio i conflitti tra miners sulla direzione da far prendere alla criptovaluta interessata sono all’origine di pericolose divergenze poi sfociate in fork.

I punti di forza e di debolezza di Raiblocks

Se il progetto originario di Raiblocks era quello di bypassare le strozzature che stanno mettendo in difficoltà il Bitcoin, il compito può dirsi felicemente riuscito. Sotto il punto di vista della scalabilità, delle necessità energetiche e della velocità delle transazioni la nuova criptovaluta ha realmente segnato un passo in avanti, attirando quindi gli sguardi di chi è interessato a queste peculiarità.
Tra i punti di debolezza va invece ricordato come di recente XRB sia stato escluso dal listino di Cryptopia, l’exchange australiano che è considerato uno dei maggiori in assoluto a livello globale. Un piccolo smacco che potrebbe essere interpretato in maniera molto negativa dagli investitori e generare una corrente di sfiducia verso il progetto.
inoltre resta da capire come si ripercuoterà su Raiblocks la preannunciata stretta sul settore preannunciato al G20 dei Ministri delle Finanze tenutosi a dicembre, quando proprio Le Marie aveva chiesto agli altri partecipanti di partecipare all’elaborazione di un vero e proprio regolamento sulle criptovalute. Una mossa che si è aggiunta alla linea dura adottata dal governo cinese, dovuta in particolare al timore che possa formarsi una bolla speculativa il cui scoppio potrebbe di nuovo portare caos a livello globale. Se è vero che il mercato sta premiando i progetti realmente innovativi, va anche precisato come ancora XRB non abbia potuto dotarsi di fondamenta più solide proprio a causa della sua giovinezza.

Le prospettive di Raiblocks nel 2018

Raiblocks è stata una delle maggiori protagoniste nel corso del 2017, in cui è riuscita a generare un ROI annuale del 457.000%. Il 2018, perciò, potrebbe portare ad una ulteriore crescita, soprattutto ove venissero confermate le voci che vorrebbero Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, interessato al mondo delle monete digitali e alla loro introduzione in Messenger, con Raiblocks, Cardano e Stellar Lumens in fase di studio proprio per le peculiarità che sono riuscite ad evidenziare. Nel caso contrario, XRB potrebbe comunque crescere proprio contando sulle caratteristiche messe in mostra sino a questo momento e sulla reputazione acquisita grazie all’ottimo lavoro condotto dal team di sviluppo. Proprio la grande performance messa a segno nel 2017 sembra però escludere che nel corso di quest’anno la divisa digitale possa ripetere un rally analogo, mentre è più probabile che riesca ad assestarsi alle spalle della Top Ten, ponendo le basi per un consolidamento futuro.

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