
Il numero delle criptovalute attualmente in circolazione si sta ormai avvicinando alle 1400. Un numero che se da un lato fa capire l’effervescenza di questo particolare settore, dall’altro spinge a pensare anche come si tratti comunque di un dato destinato a sgonfiarsi, anche se non è facile prevedere quando. In particolare, sono gli stessi analisti e addetti ai lavori a ricordare come il sovraffollamento attuale dovrà prima o poi lasciare il passo ad un panorama più rarefatto, in particolare escludendo dal mercato le monete digitali che non obbediscono ad un progetto ad ampio respiro, ma si muovono su logiche chiaramente e puramente speculative.
Tra le criptovalute che sono riuscite a farsi largo nel corso degli ultimi mesi, c’è anche Dash, un progetto varato da Evan Duffield nel 2014 con il nome di XCoin, che ha poi mutato la sua denominazione nell’anno successivo trasformandosi prima in DarkCoin e poi in Dash, che è in pratica l’unione di due parole chiave, ovvero Digital e Cash. La sua crescita nel corso degli ultimi mesi è stata talmente forte da spingere più di un osservatore a chiedersi se non possa addirittura spingersi a rappresentare un pericolo per la posizione di preminenza attualmente ricoperta dal Bitcoin. Proprio per questo, è il caso di andare a vedere nel dettaglio le sue peculiarità.
Cos’è Dash
Dash è una criptovaluta peer-to-peer e open source in grado di offrire tutte le funzionalità di Bitcoin e la quale trova il suo campo di impiego nell’ambito della transazioni che avvengono online, con commissioni estremamente limitate e garantendo anche il massimo rispetto della privacy degli utenti che utilizzano la sua rete decentralizzata per questo tipo di operazioni. Anche i livelli di sicurezza sono molto elevati, grazie all’utilizzo della crittografia, altro elemento da non sottovalutare quando si parla di criptovalute. A rendere possibile il tutto è una blockchain pubblica, ovvero una sorta di registro al quale è affidato il compito di memorizzare e conservare i dati di tutte le transazioni che sono state effettuate dagli utenti.
Oltre ad essere sicuro e a garantire l’anonimato, il Dash può però vantare un netto vantaggio nei confronti del Bitcoin, ovvero la straordinaria velocità di realizzazione delle transazioni, che è in effetti il punto dolente della regina delle divise virtuali. Dash usa infatti il sistema di InstantSend, grazie al quale avviene il pagamento istantaneo sulla rete online. Proprio questo vantaggio è ritenuto il motivo principale del consenso ottenuto da Dash, tale da tradursi in una serie di continue avanzate in termini di capitalizzazione, le quali hanno permesso prima il consolidamento delle sue basi e poi un ulteriore sviluppo del progetto.
Come funziona Dash
Come abbiamo ricordato, la blockchain di Dash è pubblica. Inoltre è formata da due livelli, il primo basato sul mining e il secondo sui nodi masters: i miners godono di una protezione di tipo proof of work, mentre i nodi sono serviti da un livello proof of service. Cosa vuol dire ciò? In pratica si viene a formare un meccanismo in cui al primo livello agiscono i miners, chiamati a mettere in sicurezza la rete e registrare le varie transazioni all’interno della blockchain di DASH, mentre nel secondo livello sono presenti i nodi principali, cui è affidato il compito di garantire una serie di funzionalità. La cosa interessante dei nodi è che oltre a funzionare alla stregua di mixer di transazione e potenziamento, garantiscono anche il diritto di partecipare al meccanismo di voto che decide sulla governance della moneta.
Le prospettive di Dash
Come abbiamo già ricordato, se il numero di valute digitali è elevatissimo, sono invece poche quelle che hanno reali possibilità di ritagliarsi una posizione di preminenza e di poter guardare con sufficiente tranquillità al prossimo futuro. Dash è proprio una delle Altcoin che sono riuscite a crescere con grande forza e a calamitare la curiosità degli investitori, come del resto testimoniano i suoi impressionanti rally sui mercati finanziari. Una caratteristica di vecchia data, se si pensa che già nel quarto trimestre del 2016 Dash aveva dato vita ad una crescita nell’ordine del 1700% giornaliero rispetto al dato fatto registrare dodici mesi prima.
A spingere questa criptovaluta è stata proprio la grande velocità che può garantire a livello di transazioni, svolgendo così un ruolo di grande importanza per una serie di soggetti che necessitano di forme di pagamento sicure, in grado di tutelare la privacy degli utenti, ma al contempo di non costringerli a lunghe attese. Quella rapidità che è stata da sempre il tallone d’Achille del Bitcoin, e che potrebbe invece permettere a Dash di continuare a crescere a ritmi che sono destinati ad attrarre investitori e traders.
Anche la capacità di stringere accordi di rilievo da parte del management di Dash sembra un altro fattore in grado di sospingere la moneta digitale sui mercati. In tal senso va ricordato ad esempio come sia stata stretta una partnership con KuvaCash, con lo scopo dichiarato di alleviare l’inflazione nella irrequieta economia dello Zimbabwe. Seguita a sua volta da un’altra partneship strategica, siglata stavolta con la piattaforma payment processor Alt Thirthy Six, la stessa che vanta come principale obiettivo commerciale i pagamenti in materia di cannabis.
Se però in molti continuano a mettere in competizione Dash e Bitcoin, va rilevato come invece l’economista Max Keiser abbia a sua volta affermato come la vera competizione sia tra la prima e Bitcoin Cash. Ad avvalorare le sue affermazioni è in particolare la constatazione che proprio Dash e Bitcoin Cash siano concorrenti diretti nel settore dei pagamenti digitali, mentre Bitcoin fungerebbe da riserva monetaria, ovvero si presterebbe per scopi speculativi.
Nel frattempo, comunque, Dash ha iniziato in grande spolvero il 2018. Basti pensare che se gli analisti avevano previsto una sua salita sino alla quota di 1000 dollari entro la fine dell’anno, già in queste ore la divisa virtuale ha raggiunto un livello pari a 1055 dollari, con una capitalizzazione pari ad oltre 8 miliardi di dollari. La forza dirompente mostrata sinora autorizza quindi a pensare che Dash potrebbe continuare la sua crescita, confidando anche sull’elevata volatilità, che sembra ingolosire molto chi guarda alle criptovalute in termini puramente speculativi.