
Il 2018 si prospetta come un anno decisivo per le criptovalute. Se infatti da una parte alcuni governi, in particolare quello cinese e quello francese, sembrano intenzionati a mettersi di traverso sul cammino delle divise digitali, dall’altro lato va registrata la sempre più forte attenzione del mondo finanziario tradizionale e delle imprese verso quello che potrebbe diventare uno strumento prezioso in ottica di contrattazioni. In particolare, istituti bancari e aziende sembrano guardare ai progetti più innovativi, quelli che sembrano in grado di risolvere alcune particolari esigenze e problematiche dell’economia reale, a partire dalla scalabilità delle transazioni, dalla necessità di preservare la privacy degli utenti e dalla sicurezza dei pagamenti. Problemi che sono evidenti soprattutto nel Bitcoin, la prima e più famosa criptovaluta, sui cui evidenti difetti hanno lavorato molti progetti concorrenti, che sono riusciti spesso ad andare oltre i difetti della creatura di Satoshi Nakamoto, dando vita a proposte di largo respiro.
Tra i progetti più innovativi in assoluto, va ricordato anche il BitShares, nome che va ad indicare non solo la criptovaluta nata a metà del 2014, ma anche la piattaforma basata sull’innovativa graphene blockchain tecnology che è stata sviluppata da Cryptonomex, considerata una variazione di pregio sul tema della classica blockchain di Ethereum. Tra i servizi che sono offerti dalla piattaforma, ci sono anche un exchange decentralizzato (DEX) e il wallet online, grazie ai quali gli utenti possono godere di un ambiente estremamente funzionale.
Come si può comprendere, si tratta quindi di un progetto estremamente ambizioso, rivolto in particolare al mondo dell’impresa e che proprio per questo motivo potrebbe decollare definitivamente nel corso dell’anno, a patto che si verifichino alcune condizioni favorevoli. Andiamo dunque a vedere più da vicino di cosa si tratti.
L’utilità di BitShares
BitShares rappresenta quindi una piattaforma di trading decentralizzata di livello industriale progettata in particolare al fine di poter proporre contratti finanziari intelligenti ad elevate prestazioni, con costi estremamente ridotti. Ciò vuol dire in parole più semplici che qualsiasi individuo o istituzione è in grado di trasferire, prendere in prestito, scambiare e quindi dare vita a transazioni le quali non avvengono nell’ambito di una struttura centrale e che sono caratterizzate oltre che da prestazioni di assoluto rilievo, da costi molto inferiori a quelli che sono comportati da sistemi centralizzati. In tal modo la tecnologia blockchain viene proposta a comparti industriali e produttivi che sono soliti rivolgersi al web per la fornitura dei propri servizi all’utenza.
In questa ottica, la piattaforma permette infatti di creare società autonome distribuite (DAC) delegate alla fornitura di servizi di qualità più elevata rispetto agli standard consueti e, soprattutto a costi molto più bassi rispetto a quelli che sono solitamente proposti dalle loro controparti più tradizionali e centralizzate.
In un progetto di questo genere, proprio la blockchain di BitShares, considerata di gran lunga la blockchain pubblica caratterizzata dalla maggiore capacità di transazione e dal tempo di conferma più veloce, va ad assumere un ruolo centrale. Proprio i test condotti sui suoi tempi di reazione dimostrano in effetti come BitShares riesca a supportare 3300 transazioni al secondo e 16000 operazioni al secondo con la possibilità di gestire 100.000 TPS (Transaction Processing System). Per capire cosa ciò possa significare, basti ricordare come a 3300 TPS sia già possibile gestire il volume combinato delle transazioni che vedono attualmente protagonisti tutti insieme Bitcoin, Ethereum, Litecoin e Visa.
Come funziona BitShares
Il funzionamento di Bitshares si basa sulla graphene tecnology e sull’utilizzazione un algoritmo di consenso di tipo DPoS (delegated Proof-Of-Stake), lo stesso che caratterizza anche EOS e Steem. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, non si tratta semplicemente di una criptovaluta, ma di un vero e proprio sistema cui vanno a contribuire anche un portafoglio elettronico e un exchange decentralizzato nel quale si può acquistare l’omonima moneta digitale. Il tutto coordinato da un’azienda che sembra avere le idee chiare sui successivi passi da intraprendere per consolidare le basi di un progetto che ha tutto per riuscire a farsi largo in un comparto così variegato e competitivo. A rendere ancora più saldo il progetto è il fatto che Bitshares è un token che non può essere minato, con tutto quello che comporta questa caratteristica, andando ad evitare pericolosi conflitti che in alcuni casi hanno comportato l’hard fork e quindi diviso la community che supportava altre divise virtuali.
Le prospettive di Bitshares
Anche Bitshares unisce punti di forza che potrebbero sancirne il successo a debolezze le quali potrebbero invece condurre verso un ridimensionamento del progetto e, quindi, al suo fallimento.
Tra i primi va ricordato proprio il fatto che a differenza dei Bitcoin, i quali non producono alcun reddito per i loro proprietari, ma si affidano agli appetiti speculativi dei mercati, Bitshares può essere utilizzato al fine di lanciare le società autonome decentralizzate (DAC: Decentralized Autonomous Companies). Ciò vuol dire che aziende come le banche o le borse valori, oppure quelle legate a disparati settori potranno usufruire di un registro pubblico digitale di società autonome decentralizzate, potendo quindi offrire alla propria utenza servizi di maggiore qualità e ad un costo effettivamente inferiore rispetto alle controparti che sono invece “centralizzate”. A rendere possibile tutto ciò è il fatto di poter per questa via eseguire operazioni in cui non è presente alcuna gestione umana e sotto il controllo di un insieme di regole di business che non possono essere modificate (e quindi corrotte nella visione dei puristi).
Il principale punto debole è invece rappresentato dal fatto che si tratti di una piattaforma ancora poco utilizzata, nonostante l’evidente validità messa in mostra dal progetto e il fatto che la valuta sia scambiabile su vari mercati (Poloniex e Binance in primis).
Molto dipenderà quindi dalla sua capacità di attrazione nei prossimi mesi. Se il team di sviluppo riuscirà a convincere un folto numero di utenti a radunarsi intorno a Bitshares, formando quindi una vasta comunità, il sistema potrebbe effettivamente decollare e rendere sempre più solide le sue basi. Nel caso contrario sarà uno dei tanti progetti che, pur validi, non sono riusciti ad intercettare il consenso dei mercati, con il rischio di finire presto nel dimenticatoio.