
Sono sempre in molti ad interrogarsi sulle criptovalute, mentre la confusione intorno alle monete digitali è aumentata anche da dichiarazioni clamorose come quelle che vorrebbero il Bitcoin alla stregua di un’invenzione del servizi segreti statunitensi tesa ad alimentare le operazioni di intelligence in altri Paesi in maniera veloce. A fare questa clamorosa rivelazione è stata Natalia Kaspersky, la cofondatrice della celebre azienda nota per i suoi software di cybersecurity.
Una dichiarazione che farà sicuramente discutere, ma che non cambia in sostanza la percezione dell’opinione pubblica su un mondo così complesso e spesso innovativo. Nel quale si può trovare veramente di tutto, all’interno delle centinaia di criptovalute che si disputano il favore di investitori e trader, sperando di poter rendere sempre più solide le proprie basi.
Tra le Altcoin in circolazione, un caso del tutto particolare è rappresentato da BitConnect, un progetto lanciato nel novembre 2016 tramite una ICO, la quale ha infine permesso a BitConnect-Coin (BCC) di andare sul mercato. La BitConnect-Coin (BCC) è dalla fine del 2016 reperibile su Cryptomarkt ed è riuscita a guadagnare una certa popolarità, tanto da essere stata valutata per mesi tra le 20 migliori monete virtuali su Coinmarketcap. Una corrente di fiducia che ha consentito alla divisa di arrivare ad una capitalizzazione abbastanza importante e di issarsi sino al 14mo posto nella classifica del comparto. In particolare Bitconnect ha dato vita ad un intenso rally nel mese di maggio del 2017, quando la sua esplosione l’ha portato da pochi centesimi ad oltre 90 euro di valutazione. Un vero e proprio caso che ha costretto molti ad interrogarsi sulla natura di questo fenomeno, con conclusioni spesso sconcertanti e sconcertate.
Cos’è in realtà Bitconnect?
Bitconnect è una blockchain open source, peer to peer, alla stregua del Bitcoin, ma va rilevato come sia nata esclusivamente al fine di permettere investimenti in grado di consentire un ampio ritorno economico, convertendo bitcoin in bitconnect coin (BCC). Sono i fondatori stessi ad affermare come Bitconnect guadagni e si permetta di corrispondere un così ampio ritorno economico grazie a un bot che fa trading automatizzato sull’andamento della moneta stessa. Proprio in questo modo la cryptocurrency è riuscita a raggiungere un valore di 130 dollari alla fine di settembre del 2017, quando soltanto a marzo era ancora scambiato sotto il dollaro. Dati che sono molto indicativi non solo sull’altissima volatilità che la distingue, ma anche delle opportunità di remunerazione che essa promette agli investitori.
Come funziona Bitconnect? Il primo step in tal senso consiste nel depositare Bitcoin all’interno del proprio wallet sulla piattaforma Bitconnect per poi convertirli in Bitconnect Coin(BCC), in base alla quotazione delle due valute. Questi soldi vengono poi investiti in 4 tipologie di investimenti a scadenza bloccata. Naturalmente più denaro viene investito, più alti saranno i bonus giornalieri e più limitata sarà la durata del prestito. Sull’eventuale guadagno, viene corrisposta una percentuale dell’investimento effettuato direttamente nel wallet dell’utente che avrà aderito al piano, in base all’effettivo guadagno messo a segno dalla società. Secondo le notizie filtrate sino ad ora, tale percentuale si aggira intorno all’1% giornaliero, che è effettivamente un livello altissimo.
Uno schema Ponzi?
Il ROI (acronimo di Return of Investment) in questione è talmente alto e sottoposto ad una garanzia apparente da aver fatto sorgere una domanda del tutto lecita: siamo in presenza del classico schema Ponzi? A far sorgere dubbi di questo genere sono operazioni come quelle promosse da OneCoin e OneLife, che hanno nuovamente riportato all’attenzione dell’opinione pubblica modi di condurre ingannevoli e che hanno condotto alla rovina di migliaia di piccoli e grandi risparmiatori nel passato più o meno recente. Perché Bitconnect è accusato di essere null’altro che un nuovo schema truffaldino?
I primi dubbi sorgono in effetti quando si prova ad indagare più a fondo sulla società e, in particolare dove siano domiciliati i suoi proprietari. Salta infatti fuori che l’azienda è stata creata tramite un processo a basso costo al fine di varare aziende offshore nel Regno Unito. Già questo dovrebbe far scattare un primo campanello d’allarme, cui poi si aggiunge un altro segnale che dovrebbe indurre a riflettere: all’interno del sito internet, infatti, non sono vengono riportati indirizzi, nomi, cognomi oppure qualsiasi altra tipologia di informazione di contatto. Inoltre il server di Bitconnect è posizionato in uno stato del Belize, un altro paradiso fiscale.
L’unico nome che viene menzionato è quello di Satao Nakamoto, e anche in questo caso gli utenti più accorti possono capire che questo nome, estremamente simile a quello di Satoshi Nakamoto, considerato l’inventore di Blockchain e Bitcoin, richiama il classico specchietto per le allodole.
Non mancano poi i dubbi sollevati da una strategia di comunicazione al minimo discutibile, che vede la presenza sempre più aggressiva di Bitconnect sui social, in particolare Facebook, Instagram e YouTube, e sui siti web con un programma di affiliazione congegnato in modo da pagare commissioni e token per ogni nuovo investitore affiliato. Non manca neanche lo spam, che colpisce le caselle postali mediante newsletter che sembrano effettivamente una prova di scarsa serietà, tale da contribuire ad alimentare i dubbi.
Vantaggi e svantaggi di Bitconnect
Naturalmente, una operazione di questo genere dovrebbe essere affrontata seguendo un principio di precauzione quanto mai auspicabile in considerazione dei tanti dubbi sollevati da Bitconnect. Il primo dato che occorre prendere in considerazione, al proposito, è quello rappresentato dai vantaggi e dagli svantaggi e in tal senso i due piatti della bilancia sembrano equivalersi. Se infatti salta subito agli occhi l’elevata remunerazione che il progetto promette all’investitore, un 1% giornaliero che è realmente mirabolante a fronte del possibile ROI generato da investimenti ad elevato rischio, dall’altro lato va considerata l’incertezza che ormai da tempo si registra intorno a Bitconnect. Una diffidenza del resto giustificata dalle modalità con cui il progetto viene portato avanti e, soprattutto, da una strategia comunicativa che sembra fatta apposta per spingere alla diffidenza investitori già scottati in passato da esperienze chiaramente truffaldine. Insomma, l’impressione che si tratti di un vero e proprio schema Ponzi sembra destinato a permanere ancora per molto tempo intorno a Bitconnect, pesando come piombo sulle ali del progetto, a meno che lo stesso non prenda strade capaci di dissolvere i sospetti.